Manca poco a Giugno, il nostro carissimo mese del Pride. Con lui, però, non arriva solo la grande voglia delle persone di poter manifestare pubblicamente e senza vergogna il proprio essere. Anche le aziende potrebbero farlo perché ci tengono. Altre, invece, potrebbero ricorrere al Queer Baiting.
Per chi non capisse di cosa si tratta, il concetto in realtà è molto semplice. Avete presente quando c’è stata l’inizio della guerra in Ucraina e tutte (o quasi ) le aziende avevo una bandiera ucraina o i colori dell’Ucraina su accessori, vestiti e altro? Questo lo si fa per due motivi: quando si tende a sostenere un progetto (a volte anche con un fondo per la beneficienza). O, in alcuni casi, potrebbe trattarsi semplicemente di marketing. Quindi, in poche parole, il Queer Baiting è pura strategia di marketing che entra in quel mese e sparisce poco dopo.
Queer Baiting: arcobaleno che passione!
Questa strategia è semplice ed efficace: mettere arcobaleni ovunque. C’è chi ha già iniziato a vendere oggetti a tema, come Flying Tiger Copenaghen, che sostiene alcune associazioni LGBT+. Poi c’è chi arriverà sicuramente dopo con qualche oggetto arcobaleno giusto per fare tendenza. I diritti però non sono un marketing o una tendenza, ma qualcosa di estremamente necessario per vivere con serenità.
La cosa che mi rincuora e che ci sono aziende che davvero sostengono progetti per i diritti gay e non è solo marketing ovunque. Ancora di più mi fa piacere che tra quelle persone che compreranno una tazza arcobaleno (o roba del genere) ci sono persone non solo attirati dal colore, ma con la voglia di essere sostenitori dei diritti che dovrebbero essere invece ovvi.
Apriamo un gioco: vediamo quante persone quando regalate un qualcosa di arcobaleno riescono a riconoscere la nostra bandiera arcobaleno. Gli omofobi (e non solo) la scambiano ancora per quella della pace. In compenso avete un perfetto regalo anche per loro.