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Pride: quello che i TG non ti raccontano

Andare ad un Pride penso sia il sogno di molti di noi. Il primo Pride è sempre indimenticabile. Per me, qualche giorno fa, era il primo.

Quello che mi ha stupito è come il Pride sia stato dipinto dai vari media. In tv si sono visti classicamente le persone vestite in modo inusuale e, non poteva mancare la classica notizia che fa scandalo. Purtroppo è stato aggredito un ragazzino mentre veniva al Milano Pride, ma sottolineare questo a cosa sarebbe servito invece di parlare di tutti gli avvenimenti positivi. Ecco perché oggi vi racconto i tratti indimenticabili del mio primissimo Pride.

Il viaggio e l’attesa

La mia fortuna è essere andato al Pride con dei carissimi che però ho incontrato solo alla fine del viaggio. Salito con un mucchio di persone, nonostante il distanziamento, il treno  era pieno e i passeggeri in piedi erano molti. Io sono salito all’inizio del treno, i miei amici tutti in fondo. Un’ora  e mezza in piedi: eh vabbè! In compenso, con me in piedi vi erano tanti altri ragazzi lgbtq+ e non mi sono sentito solo.

Scesi finalmente li raggiungo . Dopo una bella foto davanti al pennello Rainbow di Zalando ci siamo avviati a mangiare qualcosa. Subito ci siamo accorti di quanto Milano sia immersa nell’evento. Da una moltitudine di sculture e decorazioni super colore, alle stesse persone che si sono riempite di colori. Bandiere e Borse Rainbow che spuntavano ovunque.

Ci siamo messi all’ombra per sgranocchiare qualcosa, ma quell’ombra arretra sempre di più. Ormai sono quasi le due del pomeriggio e quindi abbiamo deciso di prendere il tram per andare al Parco Della Pace, vicinissimo all’Arco Della Pace dove si è tenuto l’evento.

Finalmente si inizia!

Il tempo passa in fretta e l’evento inizia alle 16.00. La prima cosa che faccio è andare a girare un po’ la piazza con qualcuno dei miei amici. Ero arrivato vicinissimo al palco ma, visto il sole, dopo due minuti avevo già mal di testa così ho cercato la prima zona d’ombra dove, comunque, si poteva vedere lo schermo. Le persone che giravano erano le più disparate. C’erano sì le classiche persone vestite in modo eccentrico, ma qualunque TG sarebbe capace di parlarne. La cosa più bella è stata vedere persone che potrebbero sembrare ordinarie andare ad un evento così straordinario. Mamme con il proprio figlio gay, l’intera Agedo di Milano, lo stesso Sindaco di Milano (che, però, ha fatto una sola presenza in 5 anni da quando è Primo cittadino della città), il neonato Partito Gay, coppie etero, disabili. Gente che non immagineresti al Pride perché molti pensano che non sia una cosa che riguarda anche loro. Gente comune, ma non solo.

Tra i numerosi ospiti: Alessandro Zan, Simone Alliva, Immanuel Casto e Romina Falconi, Franco Grillini, Vladimir Luxuria, Michele Bravi, Annagaia Marchioro, Bella Thorne, Margherita Vicario, Vergo, Martina Donna, Martina Dell’Ombra, Gabriele Piazzoni, MyDrama e Federica Carta, Sergio Sylvestre, Diego Passoni, Debora Villa e tanti altri.

Una lotta pacifica per i diritti LGBT+ al coro di “Bella Ciao” e al grido di ” Non c’é più tempo!“. Qualche lacrima è scesa durante i discorsi di tanta voglia di libertà, soprattutto quando ha parlato Agedo. Discorsi di voglia, di libertà di essere se stessi, di essere liberi di amare chi si vuole senza paura.

Oltre ad una serie di bellissimi cartelli che inneggiavano alla voglia di essere liberi, altre due cose hanno attirato la mia attenzione. La prima, un bellissimo amico a 4 zampe con la bandiera a modo di corpetto e la seconda, invece, un bellissimo mini corteo di bici con tantissimi palloncini al fine di formare la nostra coloratissima bandiera. A capo del mini corteo le bandiere di Milano Pride, Milano Arcigay e la bandiera Rainbow. Per un attimo sono ritornato bambino.

Tutte le cose belle (purtroppo) hanno una fine, oppure no…

A malincuore siamo andati prendere il treno e tornati a casa. E’ stato indimenticabile e mi dispiace che ogni cosa bella debba finire anche se, in realtà, non è lì che è finito tutto.

Il Pride non è solo un mese all’anno, ma è tutti i giorni e tutti i secondi della nostra vita. Dobbiamo essere sempre fieri di noi stessi senza pensare che servi l’approvazione di qualcuno per farlo.

 

 

Raph

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