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Omosessuali si nasce, lo dice una ricerca sul cervello

omosessuali si nasce non lo si diventa e non è una scelta. Ecco lo studio fatto sul cervello

Omosessuali si nasce, non lo si diventa con il tempo e non è una scelta. A dirlo è una ricerca che è stata fatta sul cervello.

In questo articolo vi abbiamo raccontato come l’omofobia esista davvero, anche se c’è chi preferisce rimanere nell’ignoranza e affermare il contrario.
Ora, invece, vogliamo illustrarvi la ricerca, che potete trovare anche su ‘Il fatto quotidiano’, in merito al fatto che omosessuali si nasce.

Le regole dell’attrazione, infatti, seguono ragioni biologiche. Vale per le relazioni etero-affettive come per quelle omo-affettive.
Se ne convinca finalmente chi per decenni si è nutrito e ha nutrito i vari pregiudizi: lo si diventa, oppure, ha dato la colpa a padri assenti e madri iperprotettive.
Teorie che, tuttavia, hanno fatto la fortuna di menti brillanti come Freud, di cantanti trascurabili e dal dubbio gusto come Povia e di politici mediocri che pastrocchiano tra Dio e natura.

A porre una parola scientifica sulla questione giunge il neuroendocrinologo Jacques Balthazart nel denso ed esauriente Biologia dell’omosessualità.
Giunta alla fine di un lungo studio, la mirabile sintesi del professore dell’Università di Liegi indaga sull’origine biologica dell’attrazione tra persone dello stesso sesso.
Del resto, identità e orientamento sessuale sono incisi nel cervello dalla nascita.

Da cosa dipenderebbero? Di certo dai geni, ma “ciò non basta”, scrive Balthazart, che aggiunge l’esposizione prenatale al testosterone, per citarne una, responsabile dello sviluppo di un nucleo nell’area preottica del cervello, I’lnah3.
Esso determina la risposta sessuale dell’uomo e della donna…e dei montoni (già, nei montoni è presente l’orientamento omosessuale). Dunque, la tesi di Balthazart dei fenotipi sessuali innati è scientificamente la più plausibile.

In sintesi: omosessuali si nasce e non si diventa.
Un’ulteriore prova che se i gay non si ‘estinguono’ solo perché non procreano e anzi sopravvivono, è evidente che non siamo un ‘difetto’ della natura.
Siamo naturali e utili alla sopravvivenza della specie.

 

Simone D’Avolio

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