Il 28 maggio è stata celebrata a Montoro la prima unione civile tra due donne: un altro non-matrimonio. Questo, solo perché sul matrimonio egualitario l’Italia continua imperterrita a fare da fanalino di coda. La cerimonia in cui Rossella e Valentina hanno pronunciato il loro sì più importante è infatti stata in tutto e per tutto somigliante a un “matrimonio vero”. C’erano gli abiti, c’erano le persone che si univano in matrimonio, c’era il celebrante e anche i parenti. C’era, soprattutto, l’amore su cui il matrimonio come istituzione si fonda. Quelli che non c’erano erano i diritti. Le persone dello stesso sesso che si uniscono in matrimonio, infatti, non hanno gli stessi diritti.
La coppia si è sposata in Comune e il sindaco Girolamo Giaquinto ha celebrato la cerimonia dichiarando poi, tramite una nota del Comune: “Alle Unite Civilmente, gli auguri dell’Amministrazione Comunale per un lungo e luminoso percorso di vita insieme”. Grande gioia e accoglienza da parte del Comune irpino, quindi, cui però è corrisposto un contingente di commenti omofobi e violenti sui social. Commenti almeno tanto classici quanto gravi, che bisognerebbe smettere di tollerare.
Di questo avviso è anche l’assessora per le Pari opportunità Antonietta Montanera. L’assessora, nel pubblicare le foto dell’evento ha anche commentato: “Non mi va di prestare attenzione a chi non benedice cotanta bellezza, dei loro “insegnamenti” celati dietro alla libertà d’espressione posso farne sicuramente a meno. Ciò che però desidero fare è estendere gli auguri di un profondo e eterno amore reciproco a queste due meravigliose donne. Rossella e Valentina grazie per la vostra forza. Grazie per aver avuto il coraggio e la capacità di mostrare i vostri sentimenti senza temere la disapprovazione altrui. La città di Montoro ha accolto con fierezza il vostro amore, siate felici”.
Prima unione civile tra due donne a Montoro: un non-matrimonio su cui pesa la mancanza di diritti.
Dalla legalizzazione delle unioni civili, avvenuta nel 2016 dopo la cosiddetta Legge Cirinnà, sono più di 10.000 le coppie in tutta Italia che hanno scelto di contrarre un’unione di questo tipo. Non ultimo esempio è proprio quanto successo a Montoro con la prima unione civile tra due donne: un altro non-matrimonio che si sente simile a un “matrimonio vero”. D’altronde non esiste ancora altro modo per garantirsi diritti e tutele legali proprie di un matrimonio. I numeri in crescita sono tuttavia eloquenti su quanto il matrimonio egualitario sia ormai una necessità.
Eloquenti sono anche alcuni commenti apparsi sui social sotto la notizia del matrimonio di Valentina e Rossella: “Ma non vi vergognate?” – “Il matrimonio è solo tra uomo e donna” – “Siete due donne, come lo fate un figlio?”. L’unica vergogna di cui bisognerebbe accorgersi è quella sottesa a commenti del genere, in cui regna sovrana l’arretratezza del pensiero. Arretratezza e odio, che sarà bene scardinare a suon di battaglie e con in mente ben fissa l’idea che il matrimonio è unione, che l’unione è amore e che l’amore è di tutti.