La storia della comunità LGBTQ+ potrebbe essere presente nei libri di testo scolastici d’Italia.
Dopo le innumerevoli aggressioni omofobe avvenute nel post lockdown, l’ultima è quella che ha coinvolto una coppia omosessuale di Padova, finalmente potrebbe esserci una bella notizia per la comunità LGBTQ+ italiana.
Il condizionale è d’obbligo, perché ancora non c’è nulla di deciso.
Sicuramente, però, c’è un piccolo passo avanti verso l’inclusione per le persone appartenenti al mondo arcobaleno.
Come viene riportato anche sul sito “gay.it”, infatti, sul portale Change.org è partita una raccolta firme dal titolo: “Educhiamo i ragazzi italiani all’esistenza della comunità LGBTQ+”.
La storia nel nostro paese è ricca di artisti e personaggi rilevanti che hanno fatto parte di questa comunità e che hanno contribuito alla crescita dell’Italia.
Questo è uno dei principali motivi per cui bisognerebbe insegnare ai ragazzi che questo movimento non è sbagliato.
È fondamentale, inoltre, vedere ragazzi sicuri a scuola e in strada, senza la paura di essere discriminati, aggrediti o picchiati per via dei gusti sessuali.
Una società che accetti l’amore, ogni tipo di amore, senza alcun tipo di discriminazione, la si può costruire solo grazie alla cultura e senza censura.
Storia della comunità LGBTQ+ sui libri di testo: l’Italia come l’Inghilterra?
Storia della comunità LGBTQ+ tra i banchi di scuola. In altri paesi queste lezioni già ci sono. È giunto il momento anche per l’Italia?
Gli insegnanti sono chiamati a spiegare agli studenti cosa significa orientamento sessuale, identità di genere e le famiglie arcobaleno.
Solo partendo dalle basi e dai banchi di scuola, proprio come hanno fatto in UK, si può pensare di avere un paese realmente civile con i fatti e non solo con le parole.
La legge contro l’omobitransfobia tornerà alla Camera nel mese di ottobre, con la speranza che il Decreto “salva omofobi” venga cancellato.
Nel mentre attendiamo con ansia che tale DDL venga approvato, questo ci sembra un buon modo per far sentire la voce di tutta la comunità LGBTQ+.
Un po’ di studio non ha mai fatto male a nessuno.
E solo raccontando, spiegando e istruendo i giovani su chi siamo che si può combattere la malattia che si chiama omofobia.
Per firmare la petizione puoi cliccare qui.
Simone D’Avolio