A Villanova d’Albenga lo scorso 17 luglio ha fatto tappa il Jova Beach Party: sul palco un matrimonio gay, con la “benedizione” del cantante. La coppia, costituita da Sara e Silvia, si unirà civilmente il prossimo 4 agosto, ma intanto questa celebrazione ne ha sugellato l’amore. L’unione tra le due donne dura da 16 anni, dopo essere sbocciato su un campo da pallavolo, dove una era allenatrice dell’altra.
Il pubblico, di circa 20mila persone, ha potuto ascoltare il racconto di questa storia tenera e vittoriosa. “All’inizio abbiamo vissuto il nostro amore all’oscuro, come accade in una comunità non ancora pronta per l’amore puro”, rivelano emozionate Sara e Silvia. Il cantante ha simbolicamente sugellato l’unione, in aperta rottura con la desolante situazione italiana in fatto di matrimoni same-sex. A chiudere la celebrazione, la proclamazione di “moglie e moglie”. Jovanotti, inoltre, nel corso della serata ha ripreso l’accadimento, dedicando infine “Ragazza magica” alle due nubende, rinnovando loro gli auguri.
20mila persone al Jova Beach Party: sul palco un matrimonio gay alla luce del sole
Sara e Silvia sono state simbolicamente “unite nell’amore” dal cantante, anche vista la carenza di istituzioni che ne possano sancire l’unione altrimenti. Le donne sono rispettivamente una logopedista e un’insegnante di sostegno della scuola primaria e hanno ricevuto l’applauso degli spettatori. Jovanotti ha infine sigillato questa unione augurando loro di essere “libere e se stesse”.
Questo avvenimento è una ennesima prova del fatto che in Italia l’unica a mancare è solo un riconoscimento legale per i matrimoni lgbtqia+. Fa infatti riflettere ciò che è stato sugellato al Jova Beach Party: il matrimonio gay sul palco ha fatto emozionare gli spettatori. Lo stesso “padrone di casa” tramite un post sul proprio profilo Instagram ha dichiarato “è stato un bel momento, sono sempre momenti molto belli tutti unici e memorabili”.
La nostra speranza non può essere altra che quella di vedere sempre più spesso momenti di amore incondizionato e sereno. Non solo, ma anche che questo venga sempre celebrato e festeggiato come merita. L’amore è un bene prezioso che non guarda all’orientamento, al genere, al colore o ad ogni altra caratteristica dei suoi interpreti, quanto al loro sentire. Nascondersi dietro gli schemi retrogradi di quella fetta di società che si arroga il diritto di dire ciò che è giusto è quanto mai anacronistico.
Fonte: La Repubblica