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International Transgender Day of Visibility: che cos’è e perché è importante

Cade oggi, 31 marzo, l’International Transgender day of Visibility (TDoV) o giorno della visibilità Trans*. In questa ricorrenza  si celebra ciò che è stato ottenuto dalla comunità e dalle soggettività trans* e non binarie. Inoltre, si mettono anche in luce i passi avanti ancora da fare.

La giornata è stata indetta per la prima volta nel 2009 da un’idea dell’attivista trans* statunitense Rachel Crandall. La Crandall parte dal realizzare l’insufficienza del Trans day of Remembrance (20 Novembre) a rappresentare accuratamente l’esperienza e le istanze trans*. In questo modo ha spostato il focus dalla commemorazione delle persone trans morte alla celebrazione della vita e della lotta. Lo scopo della giornata è quindi di far uscire il mondo trans* dall’invisibilità, forma di oppressione perpetrata non solo dalla società in generale ma anche dalla stessa comunità LGBTQIA+. Si riconosce quindi nella presa di uno spazio pubblico di rappresentazione un passo fondamentale per l’ottenimento di diritti ancora oggi non ottenuti.

Come dice il nome stesso, si tratta di una giornata internazionale che sin dai primi anni ha iniziato a diffondersi fuori dagli U.S.A., approdando anche nel nostro Paese. Anche e soprattutto in Italia si riconosce quindi l’esigenza di rompere l’invisibilizzazione sistemica subita dalle soggettività trans*. Non si avverte solo necessità di rappresentazione ma anche e soprattutto di rappresentazione e visibilità informate, intersezionali e consapevoli. Purtroppo, non è qualcosa che possiamo dare per scontato come dimostrato anche recentemente dal triste spettacolo andato in scena sul palco dell’Ariston durante il Festival di Sanremo 2022.

Transgender Day of Visibility in Italia

Fuori dai nostri confini, soprattutto con riferimento al contesto statunitense, la riflessione a riguardo sembra essere più avanza e diffusa, arrivando addirittura su Netflix tramite il documentario “Disclosure”. Questo però non significa che in Italia non esistano spazi di rappresentazione, anzi…

Nonostante il silenzio dei media, sono gli stessi gruppi di attivismo trans* a muoversi per crearli e conquistarli. Proprio in occasione del TDoV, infatti, si stanno muovendo anche quest’anno diversi gruppi militanti locali, con iniziative sia in presenza che online. Ad esempio, le stesse foto che accompagnano questo articolo (ad opera di Gianluca Borri) sono state scattate in occasione di una di queste iniziative. Nello specifico, un presidio performativo organizzato dal gruppo T.a.(MO) in Piazza della Pomposa a Modena sabato 26 Marzo.

Sono state qui sollevate diverse questioni riferibili al tema della visibilità, che toccano l’Italia e non solo. Dalle carriere alias, alla difficoltà nella rettifica dei documenti, passando per la mancanza di termini e riferimenti linguistici per dire e per dirsi agli stereotipi nelle rappresentazioni mainstream delle esperienze trans*. Senza dimenticare, ovviamente, la situazione drammatica che in questo momento stanno vivendo le persone transfem coinvolte dal conflitto in Ucraina, spesso impossibilitate a mettersi al sicuro fuori dal paese a causa dei documenti non rettificati.

Appare quindi scontato forse sottolineare come si avverta, oggi come non mai, l’importanza della visibilità e della rappresentazione, spesso ancora da conquistarsi centimetro per centimetro. Se l’invisibilizzazione è una delle prime forme di oppressione, uscire dall’ombra, anche se con le unghie e con i denti, altro non è che un primo ma necessario passo. Buona visibilità a tutt*!

 

Ziggy Mercuzio

Fotografie di @ph.orri

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