In Georgia, stato che confina tra gli altri con Russia e Turchia, entrerà in vigore a breve la legge per i “valori della famiglia e la protezione dei minori” che limiterà molto i diritti alla comunità LGBT+. Quest’ultimo provvedimento potrà:
- riconoscere e tutelare come famiglia solo se la coppia è formata da un uomo e una donna biologici;
- censurare libri e film a tema LGBT+;
- vietare le manifestazioni come il Pride;
- vietare il matrimonio di persone dello stesso sesso;
- vietare le adozioni da parte di coppie omosessuali;
- approvazione e rappresentazione pubblica di relazioni e persone LGBTQ+ nei media;
- vietare la transizione di genere;
- vietare la modifica delle denominazioni di genere nei documenti ufficiali;
Normalmente firmare le leggi spetta alla presidente della Georgia, ma dato che mercoledì la presidente in carica Salome Zourabichvili si era rifiutata di farlo Papuashvili (portavoce del parlamento della Georgia) l’ha fatto al posto suo, come previsto dalle leggi locali.
La norma è stata aspramente criticata dai sostenitori dei diritti umani e dagli attivisti LGBTQ+ a causa dell’ulteriore emarginazione che causerà questa normativa in una comunità già vulnerabile. Inoltra mette a rischio la possibilità della Georgia di entrare nell’Unione Europea (aveva fatto richiesta formale nel 2022 dopo l’invasione russa in Ucraina).
La situazione della comunità LGBT+ in Georgia era già critica
La comunità LGBTQ+ ha lottato ancor prima della presentazione della nuova legge. Infatti, l’anno scorso, centinaia di oppositori dei diritti civili hanno preso d’assalto un festival LGBTQ+ nella capitale georgiana, costringendo alla cancellazione dell’evento. Quest’anno, decine di migliaia di persone hanno marciato a Tbilisi per promuovere i “valori tradizionali della famiglia”.
Solo ad un giorno dopo dall’approvazione definitiva della legge anti-LGBTQ+, l’attrice e influencer transgender Kesaria Avramidze è stata accoltellata a morte nel suo appartamento nella capitale, Tbilisi. Un uomo di 26 anni è stato arrestato con l’accusa di omicidio, con l’aggravante dell’odio di genere. Rischia da 16 a 20 anni o l’ergastolo.
Raph