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Eurovision: vietate le bandiere LGBT+ e non solo (ma solo per gli artisti)

Il 13, il 15 e il 17 maggio si terrà, a Basilea in Svizzera, l’Eurovision Song Contest.

Se negli anni scorsi, alcuni artisti, avevano tranquillamente sventolato la bandiera LGBT+, quest’anno sarà vietato. La pensa sarà la squalifica dalla gara.

Infatti, nel regolamento della competizione canora si può leggere : «in qualsiasi apparizione sul palco e/o in sedi, eventi ed esibizioni ufficiali relativi all’Eurovision Song Contest (inclusa la cerimonia di apertura, l’Eurovision Village Stage, il Main Stage e la Green Room) sono ammesse solo le bandiere ufficiali del paese che rappresentano nel concorso».

Saranno inoltre vietate le bandiere dei paesi non in gara e raffiguranti altri simboli. Tra queste la bandiera della Palestina e dell’Ucraina. Questo poiché La Svizzera non riconosce formalmente la Palestina come stato indipendente, ma ha votato a favore della presenza dello stato all’Onu, come paese “osservatore permanente non membro”.

Dunque gli artisti saranno autorizzati a sfilare solo con la bandiera che rappresenta il loro paese che verrà consegnata prima della sfilata delle bandiere da Srg Ssr, la radiotelevisione pubblica svizzera.

Questo vale però solo per gli artisti e non per il pubblico.

Eurovision 2025: il regolamento (per quanto riguarda le bandiere) per il pubblico

Gli spettatori potranno portare nell’arena qualsiasi bandiera purché non violino la legge svizzera, comprese dunque quelle del pride, con i simboli della comunità LGBTQIA+, la bandiera dell’Unione Europea e quella della Palestina, che, ricordiamo, erano state vietate nella passata edizione.

Le bandiere completamente vietate saranno quelle con:

In caso di violazioni il personale di sicurezza e l’emittente del paese ospitante possono, a loro discrezione, negare l’ingresso o espellere dall’evento chi non rispetterà le nuove regole, senza diritto di rimborso. Le bandiere che non soddisfano i requisiti potranno essere confiscate.

Secondo “la Nuova Bussola Quotidiana”: “L’organizzazione ha vietato queste bandiere come molte altre a carattere politico non per un sussulto di coscienza, ma per evitare polemiche, dissidi, speculazioni che poco c’entrano con lo spettacolo canoro”.

La danese DR, attraverso l’EBU (Unione europea di radiodiffusione) ha dichiarato: “Sebbene siano previste sanzioni per le violazioni delle regole del concorso, ci aspettiamo che tutte le delegazioni affrontino la politica sulle bandiere in buona fede e comprendano che è stata concepita per creare chiarezza ed equilibrio nell’espressione delle identità nazionali e di altro tipo“.

 

 

Raph

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