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Comunità LGBTQIA ed emergenza sanitaria

L’emergenza sanitaria provocata dal Coronavirus vede coinvolta tutta la popolazione mondiale, compresa la comunità LGBT+, che ha visto la propria libertà e la propria sicurezza essere messe in serio pericolo.

Ma quali sono le conseguenze di un’emergenza di tali proporzioni sulle persone e le comunità che già dapprima si ritrovavano a vivere una situazione di difficoltà e discriminazione?

Cosa vuol dire, ad esempio, per una giovane persona LGBT+ trovarsi a vivere il lockdown in un ambiente familiare purtroppo non sempre sereno e accogliente?

Questi mesi di pandemia infatti, non solo hanno visto un incremento delle disuguaglianze sociali, ma anche un preoccupante aumento delle violenze domestiche.

Un dato riportato lo scorso luglio dalle Nazioni Unite, infatti, mette proprio in risalto quanto le persone LGBT+ siano tra quelle più colpite da questo squilibrio sociale.

Da sottolineare l’importante lavoro che le associazioni LGBT+ italiane, ad esempio, hanno svolto con la creazione di piattaforme, eventi e campagne di sensibilizzazione online.
Un modo per fronteggiare l’emergenza coronavirus alla comunità lgbt+ e per dare supporto e stare vicine alle persone che vivevano situazioni di forte difficoltà.

Un segnale positivo arriva, però, anche da altre parti del mondo. Un rapporto dell’ONU, infatti, menziona lo straordinario lavoro della Spagna e del Perù, che in questi mesi hanno lavorato per garantire alla comunità LGBT+ supporto economico e psicologico.

Il virus rende tutte le persone vulnerabili dal punto di vista sanitario, ma non si può non riconoscere e non intervenire concretamente per chi rischia di essere colpito in molteplici modi.

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