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CEI: Omosessuali in seminario solo se casti

Siamo il paese dei “ma” e delle assurdità. Lo sappiamo bene. Il paese del contentino e quello delle frivole speranze. Quel paese dove si parla di diritti, ma quando si arriva ai fatti è più fumo che tutto il resto. Così succede (anche se non sempre ) con la Chiesa.

Sono state emanate le nuove linee guida per essere ammessi al sacerdozio.  Con queste nuove regole, la Chiesa, ci tiene a precisare che “non ci sono «sbarramenti» alle persone omosessuali, purché dimostrino fin dall’inizio di mostrare «l’orientamento alla vita celibataria»”. Inoltre, continua “non devono essere riscontrate «tendenze omosessuali profondamente radicate» (qualsiasi cosa voglia dire) o che sostengano «la cosiddetta cultura gay»”.

In poche parole non devi fare sesso, devi essere sicuro di non farlo durante il seminario e non devi nemmeno sostenere questa pratica. Parlando chiaro se sei omosessuale e ti vuoi fare prete ti devi scordare di far parte della comunità LGBT+ e dimenticare la comunità stessa. Come si possa verificare poi tutto questo io non lo so. Forse esiste qualche specifico metal detector. Che ne so io, non sono del mestiere.

Forse c’è ancora troppa “frociaggine” nella Chiesa? Siamo sicuri che il problema sia proprio quello? Non è che, e faccio qualche esempio a caso, (ed ovvio che non sto parlando di tutti rappresentanti della Chiesa) ci sono ancora problemi di:

In effetti il problema è esattamente la persona omosessuale che decide di andare in seminario.

Omosessuali in seminario, siamo il paese dei “ma”

Infatti l’Italia:

Insomma l’Italia è un grande paese dove vivono grandi persone: gli illusi.

 

Raph

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