Alla Camera dei Deputati la Lega propone un bonus matrimonio religioso fino a 20mila euro, che verrà corrisposto attraverso le detrazioni delle spese presenti nella dichiarazione dei redditi, per le coppie under 35 che decideranno di sposarsi in chiesa. Per averlo bisognerà avere un ISEE non superiore a 23.000 euro e non superiore a 11.500 euro a persona. Questa proposta è problematica per diversi motivi, vediamo quali.
1. Bonus matrimonio religioso: ma siamo in uno Stato laico?
Sarà arrivata anche la rettifica che pare dire che durante il dibattito parlamentare la allargheranno a tutti i matrimoni e che l’obiettivo era “incentivare il settore wedding”, ma la proposta di legge dice tutt’altro. Si parla, infatti, di “Modifiche agli articoli 16 e 16-bis del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, concernenti l’introduzione di agevolazioni fiscali e interventi per favorire l’accesso al credito per spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso“.
Nella premessa iniziale si parla del fatto che i matrimoni civili siano calati meno rispetto a quelli religiosi. Inoltre, sembrano sostenere che le misure di contenimento dell’emergenza sanitaria abbiano penalizzato di più il matrimonio religioso. Viene usata specificatamente la frase “le ragioni che allontanano le giovani coppie dall’altare”. E poi viene detto che la proposta di legge “intende, pertanto, introdurre il cosiddetto « bonus matrimonio », volto ad agevolare le giovani
è per le coppie che intendono celebrare il matrimonio religioso”.
L’obiettivo della proposta era chiaramente quello di incentivare il matrimonio religioso e non il settore wedding, come invece ha detto il deputato Furgiuele, cercando di salvare il salvabile sulla proposta di legge da lui firmata. Perché in uno Stato laico dovremmo porre delle misure specifiche per incentivare qualcosa di religioso? Perché dovrebbe essere di competenza dello Stato farlo? E cosa ne facciamo delle persone che non credono nel matrimonio religioso cattolico, magari perché sono atee, agnostiche o di altre religioni?
2. Bonus matrimonio religioso: e per le coppie dello stesso sesso?
Ovviamente anche estendere la cosa a tutti i matrimoni potrebbe tagliare fuori le coppie formate da persone dello stesso sesso. Il motivo? Perché in questo caso si tratta di unioni civili e non di matrimoni. Poi dicono sempre che le persone della comunità LGBT+ si lamentano inutilmente quando chiedono il matrimonio egualitario e non di avere delle unioni civili a parte. No, non sono la stessa cosa e qua potete averne un esempio.
3. Ci sono cittadini italiani di serie A e di serie B
Come se non bastasse, per avere il bonus bisogna avere la cittadinanza italiana da almeno 10 anni. Della serie: ci sono cittadini italiani di serie A e cittadini italiani di serie B. Non basta avere la cittadinanza, devi averla anche da tanto perché altrimenti non sei abbastanza italiano per questa legge.
4. Basta con il mito del matrimonio
Sembra che la più grande urgenza sia che le persone non si sposino. Ormai è ora di smetterla con il mito che una persona per essere realizzata deve trovare la sua anima gemella, del sesso opposto nella maggior parte delle narrazioni, e sposarsi perché altrimenti non sarà realizzata abbastanza. Ci sono persone che scelgono di non sposarsi e va bene così. Ci sono persone poliamorose che vedono le relazioni in maniera diversa e non hanno il mito dell’anima gemella, dato che hanno relazioni con più persone allo stesso tempo. Va bene così. Quando si sceglie una persona potrebbe anche non essere del sesso opposto. Va bene così.
È anche ora di sfatare il mito del matrimonio come unica via possibile di realizzazione personale. Va bene consentire alle persone che vogliono sposarsi di poterlo fare senza grandi ostacoli. Ma perché non si considera anche il fatto che magari i matrimoni calano anche perché per molte persone sta venendo meno l’idea che debba essere per forza un obbligo o un imperativo categorico?