Movember: l’unione tra “moustache” (ovvero i baffi) e November (il mese in cui siamo ora). Inizia anche quest’anno il mese dedicato alla salute maschile, che serve per sensibilizzare su alcune importanti questioni. Premessa importante: in questo articolo si parlerà molto di persone di sesso maschile e di sesso femminile. Questa divisione è un po’ riduttiva vista la grande diversità delle persone (esistono le persone intersex, esistono persone transgender che fanno alcuni tipi di interventi medici ecc.), ma è stata adottata solo per poter specificare meglio dei concetti e non per escludere delle persone.
Perché il Movember è importante
Spesso le persone di sesso maschile tendono a mettere da parte la propria salute. Se infatti per le persone di sesso femminile è piuttosto normale avere un appuntamento all’anno con la propria ginecologa o il proprio ginecologo di fiducia, per chi è di sesso maschile non è così. Secondo un sondaggio del 2015 in Italia 8 maschi su 10 non sono mai stati dall’urologo in vita propria, neanche per un controllo generale.
Appare chiaro, quindi, come la prevenzione sia un tema piuttosto accantonato dal punto di vista maschile. Il tema è piuttosto legato ad un’idea del tutto machista e patriarcale secondo la quale “i veri uomini” non hanno problemi dal punto di vista sessuale o genitale. Viviamo in un mondo fatto di narrazioni continue dove qualsiasi problema “la sotto” significa che sei meno uomo e di conseguenza si tende anche ad evitare i controlli.
Si pensa, soprattutto da giovani, che i problemi urologici non devono interessare perché sono cose “da anziani”. Quasi tutti sappiamo, ad esempio, che il tumore alla prostata tende a manifestarsi più frequentemente in età avanzata. Quello che però non si sa è che, ad esempio, il tumore al testicolo è quello più diffuso tra 15 e 40 anni (cioè quando si è giovani) ed è raro dopo i 60 anni. Ancora sicuri che andare dall’urologo da giovani non serva a nulla?
Non solo tumori: esiste anche la salute mentale
Un altro aspetto che spesso non si considera è la salute mentale. Dati alla mano, secondo quanto riporta l’Istituto Superiore di Sanità, il 78,8% dei morti per suicidio è di sesso maschile. È impressionante quanto sia grande il gap! Le cause del fenomeno non sono semplici da spiegare, ma sicuramente ci sono alcuni fattori che possono sicuramente incidere.
In primo luogo, il fatto che dagli uomini la società si aspetta che perseguano un successo di tipo economico e lavorativo, chiedendogli di sobbarcarsi tutto il peso del sostentamento economico della famiglia. Se non ce la fai, sei automaticamente “meno uomo”. In secondo luogo, insegniamo sin da subito agli uomini che esprimere le proprie emozioni non va bene. Se lo fai “sei una femminuccia”, “sei una checca” e così via. Il mix fra queste due cose è, letteralmente, letale.
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Movember: Cosa c’entra tutto ciò con le persone LGBT+?
Sembrerà strano, ma il tutto è strettamente correlato ad alcuni temi che riguardano le persone LGBT+. Stiamo parlando di un’idea di mascolinità di tossica, di machismo, che mette a rischio la salute fisica e mentale delle persone di sesso maschile. Le porta a non controllare la propria salute, non effettuando i controlli periodici e fingendo che vada tutto bene. Le porta a non esprimere le proprie emozioni, a sobbarcarsi tutto il peso del sostentamento economico della famiglia, andando a minare la loro salute mentale. Questa idea di mascolinità tossica che chiede agli uomini di essere sempre forti, virili, di successo, indistruttibili è collegata anche a tante discriminazioni delle persone queer.
Parliamo ad esempio degli uomini omo e bisessuali, che vengono discriminati in quanto avere rapporti con altri uomini non è abbastanza “da uomini duri”, soprattutto nel caso abbiano rapporti anali ricettivi. Anche gli uomini asessuali non se la passano bene, dato che nella narrazione comune l’uomo deve essere forte e virile dal punto di vista sessuale, andare a spiegare alle persone che non si prova attrazione sessuale porta le persone a non considerarti abbastanza forte e virile da essere chiamato uomo. Per non parlare poi degli uomini trans, dove tutto ruota intorno al vigore maschile non essere nati con il pene significa che le persone ti vedranno come “non abbastanza uomo”, non riconoscendo la tua identità.
Il Movember non è solo un mese per parlare di salute maschile, è anche un mese per far capire quanto faccia male il patriarcato, il machismo, la mascolinità tossica.
Fonte: Il Sole 24 Ore; AIRC