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“Allah è lesbica”: Arrestata attivista LGBT+ in Marocco per una foto

Allah è lesbica“.

È la frase stampata sulla t-shirt di Ibtissame Lachgar che ha mostrato sui social scatenando migliaia di insulti sessisti, minacce di morte e di stupro.

Il post dell’attivista LGBT+, co-fondatrice del Movimento Alternativo per le Libertà Individuali, che aveva pubblicato a fine luglio il testo diceva: “Ci stancate con la vostra ipocrisia, le vostre accuse. Sì, l’Islam, come ogni ideologia religiosa, è FASCISTA, FALLOCRATICA E MISOGINA”. Secondo l’accusa la fotografia “la ritrae con una maglietta con frasi offensive nei confronti del divino, insieme a una didascalia che insulta l’Islam”. Per questi motivi la donna viene arrestata per blasfemia.

Questa però non è la prima volta che Lachgar viene  arrestata. Nel 2009 la donna aveva ricevuto minacce di morte dopo un picnic di protesta durante il Ramadan del 2009, contro le leggi che puniscono i musulmani che interrompono il digiuno diurno durante il mese sacro. Mentre nel 2013 si era resa nota  per aver organizzato eventi come il “kiss-in” del 2013, a sostegno di tre adolescenti arrestati per aver pubblicato su Facebook una foto di due di loro che si baciavano.

Infatti, secondo il codice penale marocchino, chiunque venga condannato per “danno” all’Islam può essere incarcerato fino a due anni o ricevere una multa fino a 20mila euro.

 

Quali sono i diritti LGBT+ in Marocco?

Lo status giuridico delle persone LGBT+ che vivono in Marocco deriva in gran parte dalla morale islamica tradizionale, che vede l’omosessualità e il crossdressing come segni di immoralità.

 

Raph

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