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Gli etero sono più felici dei gay?

Il numero delle persone Lgbt+ che soffrono di depressione, disturbi del comportamento alimentare, solitudine, dipendenza da alcol e droga, attacchi di panico e ansia è di gran lunga superiore al numero di eterosessuali con gli stessi problemi. Come mai?

Noi della comunità Lgbt+ non dovremmo essere l’immagine della felicità? Siamo o non siamo simpatici, divertenti — non di rado irriverenti, sì, ma sempre sorridenti — quelli che seminano baci e abbracci a destra e a manca, anche fin troppo allegri e spensierati per alcuni, talvolta incazzati un po’ con tutti, che però d’estate puntualmente colorano strade e piazze delle città di mezzo mondo con i colori dell’arcobaleno, look stravaganti e la musica sparata a cannone?

In linea di massima ci dipingono così, eppure esiste un nostro lato oscuro dove di colori, felicità e leggerezza non c’è traccia.

 

Quello di cui non si parla mai – o quasi mai – è che abbiamo un “problema” in più, che gli etero non hanno.

Siamo persone che hanno subìto un gravissimo danno, un vero e proprio trauma, che riguarda solo ed esclusivamente chi non è eterosessuale. Nascere e crescere in un ambiente (familiare, scolastico, religioso, sociale, ecc.) non poco ostile all’omosessualità ci ha marchiato pesantemente, rendendo molto più complesso e difficile un nostro sano e corretto sviluppo psicoemotivo.

La stragrande maggioranza delle persone non eterosessuali inizia a respirare omofobia ancor prima di conoscere la sessualità e diventare consapevole del proprio orientamento sessuale.

Risultato?

Facciamo nostra, in toto o anche solo in parte, quell’omofobia con cui siamo cresciuti e la vita diventa un inferno. Nel preciso istante in cui ci rendiamo conto di non essere eterosessuali, qualcosa ci marchia negativamente. Sentirci felici, appagati e innamorati della nostra esistenza diventa un’impresa estremamente ardua, per alcuni addirittura impossibile.

Per questo occorre l’aiuto di un serio professionista che in primis permetta alla persona non eterosessuale di riconoscere il danno subìto. Solo attraverso un’attenta analisi introspettiva possiamo risalire alle vere cause di un certo tipo di malessere interiore che accompagna a lungo la maggioranza di noi non eterosessuali.

 

Essere persone gay e felici è possibile. Richiede solo uno sforzo in più, per superare quel piccolo, grande ostacolo che gli eterosessuali non hanno. Spetta a noi omosessuali educare chi ancora crede che i non eterosessuali siano esseri di serie B. Ma prima dobbiamo educare noi stessi al rispetto e alla cura della persona che siamo. 

Se volete sapere come, seguite questa rubrica e sarò felice di offrirvi spunti di riflessione e piccoli consigli.

Alessandro Cozzolino, life coach

 

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